Monkey Island: troppo incredibile

PAZZESCO! Il longplay del gioco (2 ore e mezza)!

___Era comodo avere un amico che avesse il PC 486.
Ce l'aveva giusto perché era il figlio di un prof. di informatica, nel '92 nessuno dei miei amici lo aveva.

___E insomma le prime volte che andavo a casa sua era per vedere questo "nuovo gioco" che era appunto The Secret of Monkey Island.

___Siccome ero già smaliziato sapevo cosa fosse un'avventura grafica, grazie a Maniac Mansion che arrivò puntuale all'amico più fornito in cartucce NES (indimenticabile la telefonata che mi fece per dirmi di venirlo a vedere, ma avremmo modo di riparlarne).

___Monkey Island era proprio su un altro pianeta rispetto a Maniac Mansion. Cioè, tu entri dentro il film, sei lì con i pirati a parlare, li sfidi al duello con la spada. Sentivo che l'Apocalisse si stava avvicinando, che presto i videogiochi sarebbero usciti dallo schermo o cose simili.

___L'interazione verbale in Maniac Mansion è decisamente preclusa. Era proprio questo il grande salto, poter scegliere cosa dire e vedere le reazioni esilaranti degli interlocutori virtuali.

___Ma senz'altro l'atmosfera sublime che fin dalle prime schermate dice già tutto è molto più di un semplice contorno.
Questa notte dai contorni bluastri rimane nel cuore, volenti o nolenti.
___Feci un disegno a tema, con le matite colorate, e lo regalai all'amico del PC.

___E l'avventura continuava anche giocando all'aperto, io lui e i rispettivi fratellini, disegnando mappe del tesoro e sfidandoci con le spade di legno.

___Se non hai mai visto Monkey Island può significare solo che hai meno di vent'anni.
E che lo devi recuperare ad ogni costo.

6 commenti:

Giulio "Radical Dreamer" Palermo ha detto...

Commovente. Mi ricorda la prima volta che provai Mario 64.
Era talmente esagerato, talmente bello, che ridiede colore al grigio della mia vita.
Avevo 11 anni, e una carriera ben avviata da paria. La gente mi trattava come se fossi lo scemo del villaggio, e i miei genitori... lasciamo perdere, che è meglio.
Fu allora, di fronte al mio primo incontro con il Mangiacartucce Nero, che guardai in faccia il Mondo. La libertà, la gioia, erano lì. Tutto quanto poteva accadere, di fronte all'infinito dispiegarsi della realtà il mio bisogno di qualcosa di meglio diventava una scelta possibile. Bastava prendere il joypad in mano, premere Start, e inventarsi una direzione. Ero libero.
Dopo quella fatidica prima volta, qualcosa si ruppe. O ritornò a posto, non l'ho mai capito.
Fatto sta che divenni un videogiocatore. Oggi come allora, non rimpiango niente.

Anonimo ha detto...

Hai ragione AIO. Un grande classico, da giocare assolutamente, in tutte le versioni, anche le successive. Forse solo la quarta in 3d ha perso qualcosa.

prostata ha detto...

Io ci giocai su 286 (una sola pazzesca, non avevo solo quello, comunque). Insieme a Prince of Persia e Sim City, era uno dei pochi giochi che piacesse/destasse l'attenzione anche dei visitatori occasionali. Mi piace la storia della notte blu che resta nel cuor.

Anonimo ha detto...

Ci giocai su Amiga... 4 dischetti... mi innamorai a prima vista. Peccato per il crollo della serie avvenuto con il quarto, indegno episodio...

Anonimo ha detto...

in realtà il crollo era dietro l'angolo gia con il terzo.
Comunque la notte di Melee Island (e anche quella di Scab Island nel secondo capitolo) sono rimaste nel cuore anche a me. E nessun altro gioco le ha sapute eguagliare!

Boh ha detto...

Le notti e le luci al chiaro di luna di Melèe Island... non c'è una volta che, guidando di sera e guardando un poggio illuminato dalla luce della luna e dei lampioni non pensi all'esperienza emozionante dei primi due episodi di Monkey Island...